E’ troppo spesso sottovalutato quello che in gergo si definisce “benessere abitativo“: sono tanti gli aspetti che quando si compra o si affitta una casa non vengono presi in considerazione ma che, alla lunga, pesano sulla vivibilità generale dell’ambiente scelto e, di conseguenza, sul benessere psicofisico degli inquilini.
Lo stesso discorso si può affrontare anche tenendo in considerazione scuole, uffici e altri locali dove passiamo molto del nostro quotidiano, ma in questo articolo ci concentreremo sulle caratteristiche che deve avere una casa per essere considerata “sana” e soprattutto eco-friendly. Prima di iniziare, c’è comunque da sottolineare che i costruttori sono sempre più attenti a quest’ultimo aspetto, sperando che in futuro possa arrivare la tanto attesa svolta.
Quali sono gli elementi che devono avere ambienti domestici sani?
Una recente ricerca firmata Doxa ha messo in evidenza come circa il 40% delle case italiane è utilizzato anche come luogo di lavoro. Insomma, col tempo e con le nuove tecnologie si è aperto ovviamente un nuovo mondo professionale e contemporaneamente è cambiato anche il modo di vedere, progettare e vivere la propria casa. Che non è, quindi, solo il luogo dove riposare, passare del tempo libero (basti pensare a una serata con amici, un film, ginnastica, giocare online alle slot machine senza deposito, cucinare e tanto altro) o godere della compagnia della propria famiglia, ma anche un posto dove è necessaria la ricerca di produttività lavorativa.
Ed ecco, allora, che il discorso sul benessere abitativo cui abbiamo accennato in precedenza è ricorrente: la salubrità degli ambienti casalinghi è doppiamente importante semplicemente perché si raddoppia anche il tempo che passiamo tra le mura domestiche.
C’è un lungo elenco di potenziali fonti nocive che provocano un inquinamento domestico che non è meno dannoso di quello ambientale, anche se meno “reclamizzato”. Tra queste fonti possiamo ad esempio citare:
- monossido di carbonio (o gas combustione fossile generato da camini presenti in casa o stufe)
- fumo di sigaretta
- prodotti chimici utilizzati per la costruzione o per l’arredamento
- Acari
- Batteri
- Muffe
- Prodotti chimici che utilizziamo per la pulizia della casa
- Solventi
- Pitture
Spesso, insomma, non abbiamo neppure idea di quello che respiriamo in casa. Sostanze nocive che diventano ancora più pericolose se si pensa che in molti casi è totalmente sballata anche la progettazione degli ambienti domestici, in quanto a condotti d’areazione, ventilazione ecc.
I rimedi da adottare per avere un ambiente domestico sano
Il discorso relativo alla progettazione è basilare. Non è un caso che negli ultimi anni si è assistito al boom della bioclimatica. Per chi non lo sapesse, parliamo di una branca dell’architettura che punta a controllare e ottimizzare il microclima domestico. A ciò bisogna aggiungere anche la ventilazione meccanica controllata (potrete trovare più info sui motori di ricerca cercando direttamente la sigla VMC) e l’utilizzo di filtri naturali in casa: tutto ciò ha un unico obiettivo, fondamentale, quello della pulizia dell’aria.
L’importanza economica di avere una casa “eco-friendly”
Un altro aspetto da tenere in considerazione quando si parla di casa o edifici “eco-friendly” è quello economico. C’è un’altra ricerca particolarmente interessante in tal senso, ed è quella pubblicata da Scenari Immobiliari.
Ebbene, nonostante i costi maggiori per progettare e costruire una casa “green”, le transazioni sono caratterizzate da un valore superiore (attorno al 10% per le case, fino al 12% in più per gli uffici). Si riducono, anzi si dimezzano, i tempi di vendita in entrambi i casi (rispettivamente da 8 a 4 mesi e da 12 a 3 mesi), mentre vanno sottolineati anche gli aspetti relativi a detrazioni fiscali e cessione del credito molto convenienti quando si parla di case e ambienti di lavori “ecologici”.